Gli antichi usi dell’acqua

Le antiche Rogge di Carisolo e Pinzolo, l'antica segheria e l'antica vetreria
Data:

16/06/2025

Descrizione

Gli antichi usi dell’acqua

Le antiche Rogge di Carisolo e Pinzolo

Fino al ‘900 erano presenti due rogge che servivano le comunità di Carisolo e Pinzolo, sfruttando l'acqua del fiume Sarca per diversi usi. Entrambe le rogge, sia quella di Carisolo che quella di Pinzolo, rappresentano un'importante testimonianza storica dell'ingegno e dell'adattamento delle comunità locali nell'utilizzo delle risorse naturali, in particolare della forza motrice dell'acqua del fiume Sarca, prima dell'avvento delle moderne infrastrutture energetiche. 

La Roggia di Carisolo

La roggia di Carisolo traeva origine dal fiume Sarca a monte del paese, all'altezza della curva dei Croz. L'acqua derivata dal Sarca veniva convogliata attraverso questo canale artificiale per alimentare le segherie ad acqua presenti nel territorio di Carisolo. Queste segherie erano di tipo "alla veneziana", caratteristiche del Trentino, e necessitavano sia di un movimento verticale per la lama che di uno orizzontale per far avanzare il tronco da segare.

Oltre all'uso industriale per le segherie, la roggia di Carisolo aveva anche una funzione pratica per la comunità. Lungo il suo percorso, che attraversava il paese fino al Sarca della Val di Genova, erano presenti dei lavandini pubblici dove gli abitanti potevano lavare i panni.

La roggia di Carisolo divenne meno cruciale con l'avvento dell'energia elettrica e la costruzione del primo acquedotto comunale. 

La Roggia di Pinzolo

La roggia di Pinzolo derivava dal fiume Sarca a sud del ponte di Carisolo. La sua funzione principale era quella di fornire energia idraulica a diverse attività produttive presenti nel territorio di Pinzolo. In particolare alimentava segherie per la lavorazione del legname e delle fucine. La roggia di Pinzolo scorreva verso la località di Martalac, dove poi confluiva nuovamente nel fiume Sarca.

Un'altra testimonianza indica l'esistenza di una roggia a Pinzolo che partiva dal ponte di San Nicolò e si dirigeva verso il paese, alimentando molini e le attività dei fabbri. Questo suggerisce che la gestione e il percorso delle rogge potevano essere distinti e servire diverse aree a scopi specifici all'interno della comunità di Pinzolo.

Anche la roggia di Pinzolo cessò di funzionare intorno agli anni '60, parallelamente alla roggia di Carisolo, a causa della deviazione delle acque e della crescente disponibilità di energia elettrica.

Valentino Cunaccia parla della Roggia di Carisolo e di Pinzolo

Marco Collini racconta della Roggia di Pinzolo e degli opifici che ne sfruttavano le acque

L’antica segheria di Carisolo

L’Antica segheria di Carisolo è una segheria alla veneziana, cioè ad acqua, tipica del Trentino. A differenza del meccanismo molto più semplice dei mulini, accanto al saliscendi verticale della lama, la segheria ha bisogno anche di un movimento orizzontale che tira avanti il tronco da segare.

Le segherie alla veneziana, che ancora oggi sono presenti in Trentino, non vengono più utilizzate e sono in gran parte diroccate, dove non sono diventate dei musei. 

Negli ultimi decenni sono state sostituite dalle centrali idroelettriche che in Trentino sono presenti in molte località. Le grandi segherie ad acqua ormai non sono altro che un pezzo del nostro passato.

Da un punto di vista storico ci sono molti riferimenti su quando furono introdotte le segherie in tutto il Trentino. Giuseppe Sebesta, scrittore, artista, etnografo e documentarista scientifico italiano,  ritiene che le prime segherie in Trentino siano state costruite intorno al 1300. Sebesta cita infatti nel suo libro, “La via dei mulini”,  un documento del 1235 relativo ad una segheria presso Calliano, collocata vicino a un mulino. Una seconda fonte del 1254 parla invece di una segheria presso Avio, alla confluenza del torrente Viana con l’ Adige.

Marco Collini racconta della pescicoltura collocata lungo la roggia e delle specie animali indicatrici della qualità ambientale 

Marco Collini racconta degli opifici un tempo presenti lungo il Sarca di Campiglio

L’antica vetreria

L’Antica Vetreria è situata a Carisolo, vicino alla chiesa di Santo Stefano. In questa zona defilata del paese, lungo la vecchia strada della Val Genova, si trovano un gruppetto di case, precedute da un’insegna riportante la scritta ‘’Antica Vetreria’’.

La storia dell’Antica Vetreria comincia all’inizio del 1800, quando tre ricchi commercianti di Riva del Garda - Gasparo Pernici, Giovanni e il fratello Virgilio Bolognini - decidono di costruire in questa zona una fabbrica di vetri e cristalli. Il padre di Giovanni e Virgilio era originario di Pinzolo e a Riva del Garda aveva aperto un negozio di vetri e cristallerie. La famiglia Bolognini conosceva molto bene il paese di Carisolo e le opportunità che avrebbe potuto offrire nel campo della produzione vetraria. Il legname infatti era a basso costo e abbondante ed esisteva la possibilità di estrarre il siliceo dal momento che in Val d’Algone c’era una cava sfruttata dalla famiglia Bormioli. 

La scelta del luogo dove costruire la Vetreria fu valutata attentamente: doveva essere un posto facilmente raggiungibile dalla strada commerciale ma al contempo lontano dal centro abitato per evitare i pericoli d’incendio. E poi doveva sorgere nei pressi di un corso d’acqua  necessario per il funzionamento delle macine e della segheria, nonché per il lavoro interno. 

La vetreria comprendeva dei mulini per frantumare il quarzo, preso dalle montagne, che veniva usato per fabbricare il vetro. L'acqua viene convogliata in un bacino per essere successivamente usata per fare girare la ruota e trasmettere il movimento ad un albero motore che lo trasferisce alla macina.

I mulini funzionarono fino al 1888.

Adesso la fabbrica è stata trasformata in un museo con tante foto, strumenti e con cristalli che risalgono al 19 secolo.

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Ultimo aggiornamento: 21/07/2025 15:47

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