Gli anni dell’epopea idroelettrica

Il canale di gronda della SISM, il serbatoio della Val Genova, il progetto della diga del lago di Cornisello e l’acquedotto di Carisolo
Data:

16/06/2025

Descrizione

Il canale di gronda della SISM

La società idroelettrica Sarca-Molveno (SISM) fu fondata nel 1940 a Milano, con lo scopo quello di sfruttare da un punto di vista idroelettrico i bacini imbriferi del Sarca. 

Subito dopo la fondazione della società, a Ponte Arche fu aperto un ufficio lavori con alla guida Dante Ongari, un ingegnere rendenese. 

La SISM progettò di realizzare un canale, definito come canale di gronda, per captare le acque di numerosi torrenti, collocati in destra orografica, convogliandole attraverso un percorso prevalentemente interrato fino al bacino di accumulo principale in Val Genova e poi, tramite il Ponte Canale, verso il lago di Molveno. Questo sistema avrebbe permesso di deviare l'acqua, utilizzata per alimentare diverse centrali idroelettriche, per poi essere reimmessa nel fiume Sarca appena a monte del Lago di Garda. La costruzione del canale, con una pendenza minima, fu un'impresa ingegneristica significativa.

Il primo tratto del canale di gronda fu costruito a forma di ferro di cavallo (policentrico). Misura totalmente 18,4 km, con una pendenza media di 2,6 %. Parte dalla centrale “La Rocca”, vicino a Breguzzo, a quota 945 metri, e dopo aver ricevuto le acque degli affluenti di destra del Sarca (Maftina, Finale, Bedù di Vigo e Bedù di Pelugo, Vogogna e Orbo), termina nella vasca di Val Genova a quota 896 metri.

Il secondo tratto del canale di gronda parte dalla vasca di Val Genova, raccoglie le acque di alcuni affluenti di sinistra orografica, prosegue sotto il Brenta e arriva fino al lago di Molveno dove le acque vengono accumulate in un serbatoio per poi essere portate fino alla centrale di S. Massenza dove, muovendo le turbine, producono corrente elettrica. Per poter superare il Sarca di Campiglio e il Sarca di Nambrone a nord di Carisolo sono stati costruiti due ponti canale in cui il canale dove scorre l’acqua è sostenuto da strutture ad arco che poggiano sui piloni di base. 

Percorso del canale di gronda del SISM (linea tratteggiata). Tratto da "Rigenerare la Val Nambrone e Cornisello: un progetto transcalare di riattivazione e recupero di un paesaggio di archeologia industriale", tesi di laurea nel Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Edile-Architettura dell'ing. Daniele Fostini.

Daniele Fostini racconta il canale di gronda della SISM

Daniele Fostini racconta la storia della SISM

Daniele Fostini racconta alcune informazioni sulla centrale idroelettrica di S. Massenza

Daniele Fostini racconta la gestione dell’energia idroelettrica in Trentino

Il serbatoio della Val Genova

Il serbatoio della Val Genova è una grande vasca artificiale che raccoglie le acque defluite dalla Val Genova e dal canale di gronda proveniente da sud per farle defluire nella Sarca e successivamente nel lago di Garda o, sempre attraverso il canale di gronda, verso il lago di Molveno. La vasca riesce a trattenere la sabbia e i limi trasportati dalle acque durante il periodo del disgelo in modo che l’acqua inviata al lago di Molveno non usuri le gallerie attraverso cui passa. 

Il serbatoio della Val Genova raccoglie le acque provenienti dalla valle e dal canale di gronda per poi riversarne una parte a portata regolare verso Pinzolo. Pur non essendo in grado di poter controllare la portata del fiume e attutire i danni in caso di alluvioni,  regolando la portata d’acqua si rende possibile la fruizione delle sponde del torrente a valle specie nel periodo primaverile del disgelo, perché riduce la variazione dei livelli dell'acqua.

Valentino Cunaccia racconta la storia del serbatoio della Val Genova

Valentino Cunaccia e Arturo Povinelli raccontano gli effetti del serbatoio della Val Genova in caso di alluvione

Il progetto della diga del lago di Cornisello

All’inizio del 1900, precisamente nel 1907, si cominciò a progettare un’opera ingegneristica molto complessa con la realizzazione di diversi serbatoi e centrali idroelettriche. Il progetto prevedeva di costruire  una diga presso i laghi di Cornisello che avrebbe permesso di utilizzare l’acqua per scopi idroelettrici. I lavori presero avvio qualche anno più tardi. Nel 1954 erano in fase di realizzazione dei cunicoli di sondaggio per monitorare il funzionamento del serbatoio di Cornisello, quando ci fu un incidente che provocò il crollo di uno di questi cunicoli. Tutta l’acqua del lago si riversò sul lago di Nambino e quindi nel Sarca provocando gravi danni ad alcune case di Campiglio. La questione finì su tutti i giornali, la gente cominciò ad avere paura e si arrabbiò perché il progetto aveva danneggiato l’ambiente.

Qualche anno più tardi la tragedia del Vajont, in Friuli Venezia Giulia, aggiunse dubbi e timori su quanto si stava realizzando presso i laghi di Cornisello. La sera del 9 ottobre del 1963 una frana si staccò dal monte Toc in Veneto. Un pezzo di montagna precipitò nel bacino artificiale del Vajont, provocando un'onda che superò la diga e distrusse il paese di Longarone causando 2.000 vittime e 1917 feriti. La terribile strage avvenuta presso il Vajont nel 1963 determinò una presa di posizione netta e contraria da parte degli abitanti della Val Rendena a questo progetto. Nel 1968 il Ministero dei Lavori pubblici decise di sospendere definitivamente la costruzione della diga.

L’area montana dei laghi di Cornisello nei prossimi anni verrà rinaturalizzata. È stato infatti firmato un accordo che impegna la Provincia di Trento a realizzare un recupero paesaggistico dell’area. Per portare il materiale presso la diga di Cornisello, era stata costruita una funicolare. Nel momento in cui si decise di bloccare la costruzione della diga, la funicolare aveva cessato di essere utilizzata e nel 2022 è stata presa la decisione di abbatterla definitivamente. 

L’acquedotto di Carisolo                                 

Verso la fine del 1953 si gettarono le basi per la costruzione di un unico acquedotto. Nell'ottobre dello stesso anno venne approvato dal consiglio comunale di Carisolo lo schema nel quale venivano elencate le premesse per la costruzione del primo acquedotto. L’acqua doveva obbligatoriamente passare da Carisolo per gli usi del comune. Mentre si iniziavano i lavori, venne proposta a Carisolo una soluzione per il problema dell’acqua potabile in quanto le sorgenti che alimentavano l’acquedotto del paese erano quasi inaridite. La Società idroelettrica Sarca-Molveno (SISM) propose di convogliare la sorgente Geridolo nel serbatoio di carico dell’acquedotto comunale della Val di Ghilors.  Per fare ciò la SISM avrebbe dovuto sostituire la roggia con la costruzione di una nuova rete per l’acquedotto industriale. Dopo svariate trattative il Comune il 13 dicembre 1954 accettò la proposta e i lavori presero subito avvio. Nel giro di neanche un anno la roggia di Carisolo sparì, si realizzarono i nuovi lavatoi, gli acquedotti e gli idranti ma la trasformazione cambiò la struttura del paese.

Ivo Dal Pont racconta dell’acquedotto attuale

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Ultimo aggiornamento: 21/07/2025 15:52

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